Le magie del Teatro più bello del mondo ai tempi del Covid-19 e la strana storia degli artisti scomparsi.

C’era una volta……… un Re! – diranno i nostri lettori.

No, c’era una volta un flauto, ma un flauto davvero magico, che appariva e scompariva in un batter di ciglia.

Questa storia inizia molti mesi fa, quando un gruppo di eccellenti artisti inizia a preparare uno spettacolo che si terrà nel più bel Teatro del mondo. Lo spettacolo si chiamerà “Il Flauto Magico”.

C’è chi studia la partitura, chi crea la regia, chi disegna i costumi, chi realizza le scene, chi studia cantando tutti i giorni, (e impara anche il tedesco, perché occorre saper cantare in tutte le lingue) facendo attenzione a non prendere nemmeno un raffreddore che può mandare a monte tutto il lavoro. Quando si sta per calcare un palcoscenico così importante non ci si può certo improvvisare!

Finalmente iniziano le prove e tutti si trasferiscono nella città, la più bella del mondo, pagandosi viaggio e alloggio, perché dovranno star lì oltre un mese e il loro compenso arriverà solo alla fine.

Ma uno spettro si aggira per l’Europa, anzi per il mondo. Scoppia una pandemia, si chiude tutto e i nostri valenti artisti vengono rimandati a casa.
Un rimborso delle spese? Eh no, forse qualche contributo pensionistico per le prove fatte. Arrivederci e grazie.

Sgomento e costernazione ovunque. Momenti difficili, si raccolgono le idee, ci si fa forza a vicenda. Un’associazione di colleghi prova a raccontare di questa sofferenza al Ministro, al Parlamento, al Presidente dei Sovrintendenti, chiede che si aiutino gli artisti, che si rimborsino almeno le spese, che si ricollochi (appena riapriranno i teatri) chi ha perso il lavoro. D’altronde il governo, generosamente, ha elargito i fondi dello spettacolo, anche se i teatri rimangono chiusi.

Molti dirigenti mostrano etica e rispetto verso gli artisti.
Tutti meno uno.

Proprio nel Teatro più bello del mondo è arrivata una nuova dirigenza, che, al pari della vecchia, resta sorda agli appelli etici.

Passano i mesi e del Flauto nessuno parla, anzi scompare, mentre i nuovi dirigenti sono attivissimi nel cancellare artisti già previsti per sostituirli con altri sui medesimi titoli, nel programmare future stagioni cautelandosi con contratti in cui la pandemia li esonera da qualunque ristoro.

Così un giorno, magicamente, anche il Flauto riappare: si terrà nel 2021, anzi no, il giorno dopo si sposta nuovamente nel settembre 2020, ma i mesi trascorsi lo hanno dimezzato e, ahimè, quattro recite si sono perse per strada.

Bene – diranno i nostri lettori – gli artisti almeno sono nuovamente scritturati! Eh no. Oltre alle recite il Flauto si è perso per strada anche diversi interpreti: via il più giovane, il promettente ma non ancora affermato, la terza in cartellone…

Intanto il teatro più bello del mondo lancia un grandioso festival estivo: superstar internazionali, grande battage pubblicitario, prezzi esorbitanti, pubblico distanziato ma festante. Ad agosto poi, tutti in vacanza!

Eppure le magie continuano e mentre il Teatro chiude per ferie, appare sul sito una novità: il Flauto è diventato un ottavino, e si terrà solo per due sere.
Gli uffici sono chiusi, nessuno risponde più, agenti e artisti restano appesi ad un filo, appartamenti e viaggi già prenotati. Piange il telefono…

Finalmente a settembre qualcuno alza la cornetta e si scopre che le recite saranno due e solo per pochi eletti (un po’ come il gioco delle sedie musicali, quando si interrompe la musica chi resta in piedi è fuori), e lo spettacolo si terrà in forma di concerto, quindi fuori anche regista, scenografo e costumista, che tanto avevano lavorato all’inizio di questa storia…

Noi non sappiamo se questo Flauto farà ancora altre magie, ma una cosa è certa: nel Teatro più bello del mondo, quando la musica del pifferaio smette, non importa chi sei o cosa sai fare, l’importante è che tu sia il più veloce a sederti sulle poche sedie rimaste.