Assolirica aderisce alla manifestazione del 6 Ottobre 2018 indetta dal Comitato Nazionale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche

ASSOLIRICA – Associazione Nazionale degli Artisti della Lirica saluta con notevole favore l’iniziativa del Comitato Nazionale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche e aderisce alla richiesta di costruzione di un Tavolo di lavoro con il Ministero dove emergano proposte concrete per la messa in sicurezza dei nostri Teatri.

Premessa

Volendo fare una considerazione generale sullo stato della cultura in Italia non possiamo dimenticare che la nostra Nazione detiene la stragrande maggioranza del patrimonio culturale mondiale, materiale e immateriale.

L’Opera Lirica è parte importante di questo patrimonio e la pubblica amministrazione è chiamata a gestirlo compiendo delle scelte strategiche ben precise.

In primo luogo deve essere definito in modo chiaro e netto che L’Opera Lirica è Patrimonio Immateriale della nostra Nazione e pertanto tutelata come bene culturale e non come una forma di spettacolo uguale ad altri.

La pubblica amministrazione deve chiarire in modo inequivocabile le forme in cui intervenire per gestire, salvaguardare e promuovere il bene Opera Lirica attraverso:

  • Legislazione appropriata, efficace, ampiamente chiara e priva di fraintendimenti;

  • Apporto finanziario certo, su base pluriennale e senza modificazioni quantitative improvvise;

  • Scelta della governance in maniera appropriata e non vincolata a imposizioni politiche, ma basata su effettiva competenza e merito.

Le Fondazioni tra pubblico e privato: il grande equivoco

Dalla disciplina delle Fondazioni emerge in tutta evidenza la forte rilevanza che gioca il diritto pubblico nella loro regolamentazione.

La privatizzazione infatti non ha sottratto questi enti ad un forte controllo pubblico. Controllo che diventa invasivo soprattutto con in Teatri in forte difficoltà economica.

La particolare natura giuridica delle fondazioni le mette a cavallo tra diritto pubblico e diritto privato ed è stata ben evidenziata dalla Corte Costituzionale in un articolata sentenza (18 aprile 2011 n°153).

Inoltre, sempre la Corte Costituzionale in un’altra sentenza (n°59 del 2000) sottolinea come esse assolvano, pur nella forma privata, a compiti di interesse nazionale.

Le Fondazioni inoltre sono state costituite ex lege, sono sottoposte ai controlli di diritto pubblico (la Corte dei Conti), sono tenute al rispetto di norme che regolano gli appalti pubblici e possono valersi del patrocinio dell’Avvocatura di Stato.

La Legge Bray ha ricondotto in alveo pubblicistico la nomina della governance.

Ma la natura pubblicistica APPARE in tutta evidenza negli elementi che costituiscono la Mission e quindi in sostanza nel motivo di sussistenza stessa dei Teatri Lirici.

Le finalità (previste anche dalla 367 che riformula la legge 800 del ’67) sono: diffusione dell’arte musicale, formazione professionale dei quadri artistici, educazione musicale della collettività.

Attraverso i Teatri Lirici, insomma, si svolge gran parte di quel processo di formazione e sviluppo della cultura musicale e del nostro patrimonio artistico che l’art. 9 della nostra Costituzione pone tra i principi generali che ispirano l’ordinamento.

Alla fine appare evidente che le FOLS rientrano tra quelle Fondazioni che sono state definite “legali” o legalmente menzionate perché sono frutto di una scelta normativa statale derogatoria rispetto a quella contenuta nel codice civile.

Insomma la 367 ha portato ad una trasformazione di facciata priva di effetti positivi che si volevano raggiungere.

Alcune proposte Concrete

La prima proposta è quella di aprire subito un Tavolo di lavoro con Il Ministero della Cultura e con i Soggetti interessati, compreso il Comitato Promotore e ASSOLIRICA.

Da questo Tavolo devono scaturire delle proposte concrete per superare la situazione problematica odierna, in particolare :

  1. Il legislatore, in un quadro di riforma organica, prenda atto del fallimento del tentativo di inquadrare le FOLS come enti di diritto privato per tornare a considerarli come enti pubblici quali effettivamente sono, riconsegnando allo Stato la funzione di garante e custode di questo patrimonio immenso;

  2. Si forniscano strumenti legislativi adatti, efficaci, snelli e scevri di contraddizioni che ostacolano una conduzione efficace dei teatri (sono proprio queste contraddizioni che allontanano le sponsorizzazioni private);

  3. Vengano incentivate nuove forme di cofinanziamento da parte di privati (Art Bonus, una nuova forma di Diritto di palco, etc.);

  1. Si dia certezza in termini di quantità e qualità e durata del finanziamento pubblico.

Verona, 20-9-2018